25 Maggio 2025

Ipotesi per il “Castello in aria” di Osvaldo Licini

Castello in aria è una delle tre opere astratte di Osvaldo Licini che furono esposte, nel 1935, alla II Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma (1).

Licini disse che il quadro – da lui definito irrazionale – era stato dipinto «a 500.000 metri d’altezza, nella zona siderale, che nessun Piccard potrà mai profanare» (2).

In quest’opera – così lontana dal rigore del razionalismo astrattista – il critico Giuseppe Marchiori ravvisò le tracce di un’influenza kandinskyana.
Kandinsky, scrisse infatti Marchiori, «è un pittore di teoremi, che spesso dalla geometria ricade nel sogno, obbedendo inconsciamente alla sua anima di slavo. Non è dunque un astrattista puro come Mondrian o Vordemberge-Gildewart» (3).

Castello in aria – sottolineò il critico – è un’opera «allusiva e simbolica» (4).

 

 

Osvaldo Licini, Castello in aria, 1932 con intervento successivo

 


Drago, castello, quadrato, arcobaleno

 

Alcuni segni presenti in questo dipinto  appaiono anche in altre opere di Licini dello stesso periodo.

 

 

Osvaldo Licini, Il drago, 1932 (o 1933)

 

 

 

Osvaldo Licini, Castello, 1932

(immagine in bianco e nero dell’opera)

 

 

Nella parte destra, ad esempio, si nota una figura formata soprattutto da triangoli che ricorda molto quella rappresentata nell’opera intitolata Il drago (5); si può dunque ipotizzare che, anche nel Castello in aria, sia raffigurato questo animale fantastico.

 

Osvaldo Licini, Castello in aria, 1932 con intervento successivo, particolare

 

 

Sempre in Castello in aria, di fronte all’ipotetico drago, è visibile una sorta di “barriera”costituita da linee scure che sono parallele tra loro.

Linee scure e parallele sono presenti anche nell’opera Castello: considerato il titolo di quest’ultimo quadro, si potrebbe anche assumere che esse siano la rappresentazione astratta di una fortificazione.

 

 

Osvaldo  Licini, Castello in aria, 1932 con intervento successivo, particolare

 

 

 

Nel Castello in aria, le analoghe linee che fanno da “barriera” nei confronti del drago potrebbero allora essere interpretate come le mura di una fortezza.

Al di qua della stessa “barriera”, invece, si notano un rettangolo con i colori dell’arcobaleno e un quadrato.

 

Osvaldo Licini, Castello in aria, 1932 con intervento successivo, particolare

 


Una Y pitagorica

 

 

Marchiori scrisse che «a una mostra, presso la Galleria Bragaglia nel 1936, ‘Castello in aria’  fu sfregiato in segno di protesta» (6).

 

 


Osvaldo Licini, Castello in aria, 1932

(immagine in bianco e nero della versione originaria dell’opera)

 

 

Osvaldo Licini, Castello in aria, 1932 con intervento successivo, particolare

 

 

Licini, successivamente, intervenne sull’opera per rimediare allo sfregio e, rispetto alla versione originaria, aggiunse un segno che fa pensare a una Y pitagorica.

Quest’ultimo è un simbolo che, nella Scuola di Pitagora, alludeva alla possibilità di scelta tra la virtù e il vizio.

 

 

Il tema dell’Apocalisse

 

 

Marchiori disse che Castello in aria aveva «i caratteri di una pittura allusiva e simbolica» (7) e vi ravvisò le tracce di un’influenza kandinskyana (8).

Anche tenendo conto di queste sue affermazioni, ho cercato di trovare una possibile chiave di lettura del dipinto.

La figura che è presente nella parte destra  e che è formata in gran parte da triangoli di diverse dimensioni potrebbe rappresentare, come ho detto, un drago: sette di questi triangoli (cinque neri e due bianchi) appaiono raggruppati verticalmente.

L’associazione tra lo stesso animale fantastico e il numero sette, come noto, è presente nel Libro dell’Apocalisse di Giovanni dove si parla del Drago dalle sette teste (9).

Nello stesso testo di Giovanni si fa riferimento alla Gerusalemme celeste che ha forma quadrata ed è protetta da alte mura; si parla anche di un arcobaleno che circonda il trono divino.

Si può  allora ipotizzare che, in questo dipinto di Licini, il quadrato e l’arcobaleno alludano proprio all’Apocalisse di Giovanni; le linee scure e parallele, analogamente, potrebbero corrispondere alle mura che proteggono la città.

I temi dell’Apocalisse e del drago, spesso affrontati da Kandinsky nelle sue opere, sembrerebbero, d’altra parte, un’ulteriore traccia dell’influenza kandinskyana della quale parlò Marchiori.

Il simbolo della Y pitagorica, alludendo all’alternativa tra virtù e vizio, appare in sintonia con la battaglia tra il bene e il male descritta nell’Apocalisse.

Infine lo stesso titolo – Castello in aria – potrebbe essere un richiamo alla  Gerusalemme celeste, la città protetta da alte mura che, appunto, è situata in cielo.

Lorenzo Licini

 

* Questo testo è stato pubblicato in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Paolo Licini, il figlio dell’artista.

 

(1) Le altre due opere di Licini esposte in quella occasione furono Il bilico e Stratosfera.

(2) Osvaldo Licini, nella lettera a Giuseppe Marchiori del 7 gennaio 1935 scrisse di aver «mandato tre quadri irrazionali alla Quadriennale, con tutta la responsabilità che questa eresia comporta […] Sono quadri dipinti a 500.000 metri d’altezza, nella zona siderale, che nessun Piccard potrà mai profanare […] W la pittura irrazionale!».

(3) Giuseppe Marchiori, I pittori “astrattisti” alla II Quadriennale, Il Corriere Padano, 20 marzo 1935.

(4) «Nel «Castello in aria» e in «Stratosfera»  avevo notato i caratteri di una pittura allusiva e simbolica ben lontana dall’assolutismo astrattista» così scrisse Giuseppe Marchiori in Licini, Prefazione di Giuseppe Marchiori, Centro Culturale Olivetti, Ivrea, 1958, pag. 12.

(5) Castello in aria «è molto affine al ‘Drago’ del medesimo periodo»: così scrisse Giuseppe Marchiori in Licini, Prefazione di Giuseppe Marchiori, op.cit., pag. 57.

(6) Giuseppe Marchiori, Licini, Prefazione di Giuseppe Marchiori, op. cit. pag. 57.

(7) Giuseppe Marchiori, Licini, Prefazione di Giuseppe Marchiori, op. cit., pag. 12.

(8) Giuseppe Marchiori, I pittori astrattisti alla II Quadriennale, op. cit..

(9) In un mio studio intitolato Castello in aria (con drago e arcobaleno), pubblicato nel sito osvaldolicini.it il 31 agosto 2020, avevo già ipotizzato l’esistenza di un legame tra questa opera dell’artista e l’Apocalisse di Giovanni.