31 Agosto 2022

Le chiacchiere e i fatti

In una lettera alla cugina Gemma (1), che gli aveva chiesto di mandare un quadro per un istituendo premio di poesia destinato a poeti “realisti lirici”, Licini rispose: “… mi rincresce doverti dire che non manderò il quadro che mi chiedi … e ciò per il semplice motivo che non sento affatto di appartenere alla schiera che si propone di combattere l’ermetismo e, con esso, tutte le correnti che all’ermetismo si apparentino, pittura compresa, cioè cubismo, dadaismo, astrattismo, surrealismo ecc., ed anche perché sono dell’opinione che, in arte, non sono le etichette, le correnti, le chiacchiere quelle che contano, ma solo i fatti, i risultati e questi fatti, questi risultati, io li riconosco validi e perfettamente realizzati, in poesia, nei nomi di Rimbaud, Mallarmé, Lautréamont, Valéry, Éluard, Breton, Reverdy, García Lorca, Neruda, Eliot, Rafael Alberti ecc. i quali sono e resteranno dei grandissimi poeti, anche se ermetici o surrealisti ermetici. Ma non credere con questo che io sia un antirealista od altro. Io ammetto tutto, anche il realismo lirico, magico, apostolico, purché sia fatto bene…”.

Licini era interessato ai fatti, non alle chiacchiere sull’arte.

Credo che ai giorni nostri avrebbe avuto ben poco interesse per i “social” dal momento che spesso, anche sull’arte, contengono appunto chiacchiere.

Lorenzo Licini

 

(1) Si tratta della lettera, del 21 agosto 1952, di Osvaldo Licini alla poetessa e scrittrice Gemma Licini.