30 Aprile 2022

L’entusiasmo di Silvia per l’arte

Silvia Poli Licini, mia madre e nuora di Osvaldo, è scomparsa lo scorso 12 aprile.

Mia madre incontrò Osvaldo una sola volta. Successe a Firenze nel giugno del 1958, pochi giorni dopo la premiazione dell’artista alla XXIX Biennale d’Arte di Venezia.

Silvia stava per compiere venticinque anni e all’epoca era un’amica di Paolo, il figlio di Osvaldo, che come lei abitava a Firenze.

Paolo le disse che suo padre si trovava in città e che avrebbe potuto conoscerlo.

Successe così che Silvia, Osvaldo e Paolo si incontrarono in un caffè in piazza della Repubblica.

Mia madre era da poco tempo tornata dal suo primo viaggio a Parigi dove, tra l’altro, aveva visitato un’importante retrospettiva di Amedeo Modigliani alla Galerie Charpentier.

Durante il breve incontro Silvia parlò anche di quella mostra di Modigliani; ne parlò con tale fervore che Osvaldo le disse: “ma come ha fatto, così giovane, a trovare tutto questo entusiasmo per l’arte?”.

Pochi mesi dopo, l’11 ottobre di quello stesso anno, l’artista morì.

Silvia e Paolo, che nel 1958 erano soltanto amici, si sposarono otto anni più tardi.

Paolo, mio padre, scomparve nel 1995. Diversi anni dopo incontrai con Silvia lo storico dell’arte Luigi Dania che aveva frequentato Osvaldo nel corso del secondo dopoguerra.

Per la prima volta Dania ci raccontò che Osvaldo, al ritorno nelle Marche dopo quel viaggio a Firenze, gli aveva detto riferendosi a Silvia: “ho conosciuto una ragazza che mi piacerebbe diventasse la moglie di Paolo”.

Oggi posso dire che l’entusiasmo di mia madre per l’arte, che tanto aveva colpito Osvaldo, è rimasto intatto fino all’ultimo.

La vita è un dono: dei pochi ai molti, di coloro che hanno e che sanno a coloro che non hanno e che non sanno”: questa frase di Amedeo Modigliani era particolarmente amata da mia madre.

Lorenzo Licini