16 Luglio 2023

L’illeggibile “decifrato”

Qualche tempo fa mi è capitato di rileggere uno studio dello storico dell’arte Stefano Bracalente che era stato pubblicato nel 2014.

Bracalente, dopo aver esaminato un’annotazione che Osvaldo Licini scrisse a mano su una pagina di un libro di poesie di Jean Cocteau, tra l’altro affermava:

 

«Negli anni venti il realismo è per Licini un punto interrogativo (“realismo?”, si chiede nel Questionario Scheiwiller); lavora sì dal vero, ma il soggetto è un pretesto per ricondurre già la pittura ai suoi elementi puri (linea e colore) e al ritmo che li riorganizza in una struttura armonica. Un approccio analitico alla peinture, questo, fatto di scomposizione e ricomposizione del codice esistente, attitudine meglio dichiarata da Licini sulla pagina introduttiva di Le Cap de Bonne-Espérance (1916-1919), una delle raccolte di Poésie 1916-1923 di Cocteau. Sebbene sbiadita dal tempo, l’annotazione che vi compare è di un’evidenza ancora cristallina: “Il quadro deve essere una invenzione del pittore una sintesi complessa e armonica di elementi plastici puri una organizzazione intelligente equilibrata di linee e di arabeschi di superfici di volumi di colori e di valori senza che questa opera sia tenuta a riprodurre fedelmente la realtà naturale come una sonata o una sinfonia sono una organizzazione di ritmi, di linee melodiche d’intervalli di timbri o d’accordi senza che esse siano costrette a qualche [illeggibile, tranne le parole “una scuola”…] cessando di copiare di tradurre o di interpretare [illeggibile…] così diventa creatrice di un mondo plastico, frutto della sensibilità”» (1).

Bracalente specificava: «L’edizione delle poesie è del 1925, l’annotazione potrebbe essere anche più tarda, forse una riflessione indotta dal Questionario Scheiwiller stesso. Indiscutibile è però l’eco di Cubismo e oltre. Un ricordo lontano Soffici, tuttavia necessario» (2).

 

Ebbene, recentemente ho scoperto che quell’annotazione non sarebbe altro che la trascrizione, quasi integrale, di alcune frasi contenute in un articolo apparso, nel dicembre 1933, sul numero 8 della rivista Quadrante.

L’articolo si intitolava  “Un artista inventore” ed era stato scritto da E. Langier; il testo avrebbe destato un particolare interesse in Licini, tanto da indurlo a trascriverne quasi integralmente alcune parti in quel suo appunto personale.

Attraverso quell’articolo è anche possibile “decifrare” il senso delle parti illeggibili dell’annotazione delle quali parlava Bracalente.

Per maggiore chiarezza riporto di seguito la parte dell’articolo di Langier che si può anche trovare riportata, quasi integralmente, nell’appunto personale di Licini:

«il quadro può e deve essere una pura invenzione del pittore; una sintesi complessa e ordinata il più possibile, d’elementi plastici puri: un’organizzazione intelligente, equilibrata, di linee e d’arabeschi, di superfici e di rappresentazione dei volumi; dei colori e dei valori; senza che codesta opera sia tenuta a riprodurre fedelmente qualche realtà naturale, come un pezzo musicale o una sinfonia sono delle organizzazioni ritmiche, delle linee melodiche, degli intervalli, dei timbri, o degli accordi, senza che esse musiche siano assoggettate a qualche armonia imitativa di qualsiasi ordine. E di colpo, tutta una scuola, cessando di copiare, di tradurre o di interpretare con timidezza, diventa creatrice di un mondo plastico, frutto della sua sensibilità e della sua immaginazione e che essa ordina entro armonie condizionate da logiche strutture spirituali dell’uomo» (3).

Insomma, l’illeggibile mi pare a questo punto “decifrato”.

Lorenzo Licini

 

(1) Stefano Bracalente, Licini, alle origini del volo. Indagine documentaria sulla genesi astratta d’inizio anni trenta in Jean Arp Osvaldo Licini, catalogo a cura di Guido Comis, Bettina Della Casa, Skira Editore S.p.A., Milano, 2014, pagg. 76 e 78.

(2) Stefano Bracalente, Licini, alle origini del volo. Indagine documentaria sulla genesi astratta d’inizio anni trenta in op. cit., pag. 78.
Il Questionario Scheiwiller fu compilato da Licini nel 1929.

(3) E. Langier, Un artista inventore, in Quadrante, Rivista mensile, numero 8, Dicembre 1933, pag. 43.