22 Ottobre 2022

Osvaldo Licini in Dialogo alla Pinacoteca di Brera

Dal 25 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023 a Milano, presso la Pinacoteca di Brera, sarà presentato un Dialogo, a cura di Luca Massimo Barbero e Marina Gargiulo, dal titolo “Gli Angeli ribelli di Osvaldo Licini e i dipinti nascosti”.

Due opere dell’artista sul tema dell’angelo ribelle saranno esposte insieme nella sala XVIII del Museo (tra queste “Angelo ribelle con luna bianca”, del 1955, che appartiene alla collezione della stessa Pinacoteca).

 

 

Osvaldo Licini, Angelo ribelle con luna bianca, 1955, particolare

 

 

Questo decimo Dialogo è sinora l’unico dedicato dalla Pinacoteca di Brera a un artista del Novecento.

I nove precedenti hanno infatti  riguardato artisti quali, ad esempio, Perugino, Raffaello, Mantegna, Caravaggio, Lotto, Ingres, Hayez, Rembrandt.

Si tratta, pertanto, di un riconoscimento estremamente importante per Licini.

Per una singolare coincidenza il Dialogo si terrà a Brera dove, da qualche tempo, si trova parte della biblioteca appartenuta a Umberto Eco.

Eco definiva la sua biblioteca “Semiologica Curiosa, Lunatica, Magica et Pneumatica”: credo che, in un certo senso, questi aggettivi siano riferibili anche a Licini, mio nonno.

Semiologico: Licini dava particolare importanza ai segni e al loro significato (nel 1937 scrisse: “Abbiamo detto segni e non sogni”).

Curioso: la vita e l’arte  sono state per Licini una ricerca continua. Nel 1949 (o precedentemente) scrisse: “Chi cerca suole mai trovar certezza / Io cerco spesso senza mai trovare…”.

Lunatico: nel senso di imprevedibile, estroso, in certi casi persino “folle” (Licini nel 1943 scrisse: “Che un vento di follia totale mi sollevi!”).

Magico: mio nonno scrisse, nel 1937, che i colori esprimono la “magia”.

Pneumatico: la vita e l’arte di Licini sono state segnate da una intensa spiritualità (nel 1943 scrisse: “Vivere, allora, andare al di là di noi stessi, trascendersi. Ecco perché ancora viviamo, con questa speranza”).

Da alcune mie ricerche su Licini emerge sempre di più l’importanza che per lui hanno avuto la componente “pneumatica”, cioè spirituale, e quella “semiologica”.

Ho scoperto, ad esempio, che Amalassunta è probabilmente una rappresentazione di Sophia e che certi misteriosi segni tracciati da mio nonno traggono ispirazione, con molta probabilità, da alcune immagini del Libro delle Figure di Gioacchino da Fiore (1).

”Abbiamo detto segni e non sogni”.

 

Lorenzo Licini

 

(1) Per un eventuale approfondimento su questi aspetti mi permetto di richiamare due miei studi (pubblicati, per la prima volta, nella sezione “Notizie” del sito osvaldolicini.it): “Amalassunta e la parola non detta” (pubblicato il 21 maggio 2020) e “Il <Fiore> fantastico di Licini” (pubblicato il 31 luglio 2021).