24 Gennaio 2020

Tre documenti finalmente ritrovati

Qualche tempo fa ho scoperto alcuni documenti (1) che finalmente chiariscono, direi in modo definitivo, alcuni aspetti della partecipazione di Licini alle edizioni del 1948 e del 1950 della Biennale di Venezia; gli stessi documenti vengono adesso riprodotti all’interno di questo sito internet.

 

Nella “Scheda di notificazione delle opere degli artisti invitati”, datata 30 marzo 1948, l’artista elencava i tre dipinti che avrebbe inviato alla XXIV Biennale; si trattava del primo e del secondo Memorie d’oltretomba (rispettivamente datati 1937 e 1938) (2) e de Il miracolo di San Marco (3) del 1939.

Anche nel catalogo della XXIV Biennale le tre opere erano rispettivamente datate 1937, 1938 e 1939 (4): tale chiara indicazione, tuttavia, non era stata sufficiente a evitare che, dopo la morte di Licini, le datazioni di queste opere venissero spesso indicate in modo errato, soprattutto per quanto riguarda il secondo Memorie d’oltretomba (quello realizzato nel 1938) e Il miracolo di San Marrr co; anche recentemente, ad esempio, è stato scritto che il secondo Memorie d’oltretomba sarebbe “datato 1947” (5).

 

Tra l’altro, in una lettera a Giuseppe Marchiori del 12 febbraio 1948 (6), Licini scrisse che avrebbe mandato alla Biennale delle “vecchie croste”.

L’espressione “vecchie” poteva avere un senso soltanto se riferita a opere realizzate diverso tempo prima (come, appunto, nel 1937, 1938 e 1939): se un’opera fosse stata dipinta nel 1947 non avrebbe potuto essere considerata “vecchia” nel febbraio del 1948.

 

In ogni caso spero che la ritrovata scheda del 30 marzo 1948 chiarisca definitivamente la questione di tali datazioni.

 

Per decenni è stata spesso sbagliata anche l’indicazione del titolo di una di queste tre opere, Il miracolo di San Marrr co; recentemente, ad esempio, è stato scritto che il titolo dell’opera sarebbe Il miracolo di San Marc…co (7).

 

E’ vero che nella citata scheda del 30 marzo 1948 Licini aveva dato all’opera il titolo di Il miracolo di San Marco; tuttavia, con una lettera del 10 aprile 1948 che ho ritrovato qualche tempo fa, l’artista chiese alla Segreteria della Biennale di Venezia di modificare il titolo in Il miracolo di San Marrr co (stavolta scritto con tre R, evidentemente non a caso). Quest’ultimo, tra l’altro, è il titolo dell’opera che risulta indicato nel catalogo della XXIV Biennale (8).

 

Il frequente errore, nel corso dei decenni, sull’esatto titolo del dipinto (nonostante la peraltro chiara indicazione nel catalogo della Biennale), dimostra che non era stata data importanza a quella lettera R ripetuta tre volte: la mia ipotesi è invece che l’artista, con quella ripetizione, avesse voluto riferirsi al papa Silvestro II (noto anche come il papa delle tre R).

Papa Silvestro II (al secolo Gerberto di Aurillac), uomo di sconfinata cultura, era stato capace di unire la conoscenza alla fede, la ragione alla religione: la realizzazione di questa unione, evidentemente, affascinava Licini (9).

 

Il terzo documento ritrovato è la “Scheda di notificazione delle opere degli artisti invitati” alla Biennale del 1950.

In questa scheda, compilata e sottoscritta dall’artista il 2 aprile 1950, erano elencate nove opere dal titolo Amalassunta destinate all’esposizione presso la XXV Biennale.

Le opere, tutte eseguite nel 1950, erano numerate dal n. 1 al n. 9.

 

Licini specificava trattarsi di “9 variazioni sul tema di: ‘Amalassunta‘”.

 

L’artista riteneva quindi che Amalassunta fosse un tema e che, nell’ambito di questo, potessero essere sviluppate delle variazioni.

 

Come risulta anche da questa scheda, Licini aveva aggiunto una S al nome della regina ostrogota alla quale si era ispirato (10).

 

Anni fa, qualcuno desideroso di rispettare la corretta ortografia del nome di questa regina disse che preferiva chiamare Amalasunta (e non Amalassunta) il personaggio nato dalla fantasia dell’artista.

Licini sapeva benissimo quale fosse il vero nome della regina; chi preferiva dire Amalasunta non aveva evidentemente capito che quella S in più era necessaria per realizzare il duplice anagramma di Amalassunta (11).

 

Lorenzo Licini

 

 

 

(1) Si tratta dei tre seguenti documenti: 1) scheda di notificazione delle opere degli artisti invitati, compilata e sottoscritta da Licini il 30 marzo 1948; 2) lettera di Osvaldo Licini alla Segreteria della Biennale datata 10 aprile 1948; 3) scheda di notificazione delle opere degli artisti invitati compilata e sottoscritta da Licini il 2 aprile 1950. Ho rinvenuto questi documenti presso l’Archivio Storico della Biennale di Venezia – ASAC a Porto Marghera (VE).

(2) Si può trovare una riproduzione del primo Memorie d’oltretomba nel catalogo della mostra Osvaldo Licini: Capolavori, 24.10.2010-30.01.2011 GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Electa, 2010, pag. 71. Il secondo Memorie d’oltretomba è stato recentemente riprodotto sul catalogo della mostra a cura di Luca Massimo Barbero Osvaldo Licini: Che un vento di follia totale mi sollevi, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia, 22 settembre 2018 – 14 gennaio 2019, Marsilio, Venezia, 2018, pagg. 112-113.

(3) Una riproduzione dell’opera si può trovare anche all’interno di questo sito internet, nella sezione dedicata alle notizie.

(4) Si legga il Catalogo della XXIV Biennale di Venezia, Edizioni Serenissima, seconda edizione, 1948, pag. 187.

(5) Sileno Salvagnini, Fortuna critica di Osvaldo Licini dalla fine degli anni venti a quella degli anni cinquanta, in Il mio regno è nell’aria, Osvaldo Licini (1958-2018) riflessioni_studi_prospettive a cura di Daniela Simoni, Giornate di studio, Monte Vidon Corrado, Teatro Comunale, 13-14 ottobre 2018, Edizioni Ephemeria, Macerata, Ottobre 2019, pag. 106.

(6) Il testo di questa lettera di Licini a Giuseppe Marchiori è stato pubblicato in Giuseppe Marchiori, Osvaldo Licini con 21 lettere inedite del pittore, de Luca Editore, Roma, 1960, pag. 27.

(7) “Nel 1948 Licini partecipa con tre quadri alla Biennale di Venezia, Il miracolo di San Marc…co e due con lo stesso titolo, Memorie d’oltretomba: così ha scritto Sileno Salvagnini in Fortuna critica di Osvaldo Licini dalla fine degli anni venti a quella degli anni cinquanta, in op. cit., pag. 106.

(8) Il titolo esattamente riportato sul catalogo della Biennale è “Il miracolo di San Marrr.. Co”: si legga il Catalogo della XXIV Biennale di Venezia, op. cit., pag. 187.

(9) Si veda, su tale argomento, il mio scritto intitolato Il miracolo di san Marrr co pubblicato nel 2019 tra le notizie del sito internet osvaldolicini.it.

(10) Si tratta della regina Amalasunta vissuta tra il quinto e il sesto secolo.

(11) Si vedano, a proposito di questo duplice anagramma, i miei scritti intitolati Amalassunta, l’anagramma e Baudelaire e La luna nel nome entrambi pubblicati nel 2019 tra le notizie del sito internet osvaldolicini.it.